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Scrivere è possibile

Scrivere è possibile

Posted onOttobre 5, 2018Ottobre 22, 2018 By francescogallucci.7@libero.it

C’è una domanda che mi viene rivolta da quando ho iniziato a scrivere su Instagram: … ContinuaScrivere è possibile

La città bianca

La città bianca

Posted onMaggio 23, 2018 By francescogallucci.7@libero.it

Fuggo verso la città bianca mentre persone intorno si disperano in infiniti “pipponi mentali” figli … ContinuaLa città bianca

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@fammi_il_piacere

  • Il sole ha provato a darmi risposte
io non le ho mai avute. 
Il cielo si colora di rosa
È una pesca l'enorme fuoco
Come il sentimento
In fondo è così:
privo di senso,
ineguagliabile,
sfuma.
Ho preso la mia auto,
comandato le mie gambe,
ipnotizzato i miei pensieri, 
al grido "sogna!", suggerito dal fuoco, 
ho puntato il mondo
costruito nel cielo, 
sfidato la polvere
e ho fatto
quanto fa il sole:
socchiudere gli occhi
e gemere
nel bagno folle all'orizzonte.

#scrivigallu #tramonto #napoli
  • Amore bianco
Lasciati accarezzare
Perderti non è stato
Per me dimenticare

Vivo discretamente
Dal tuo finto addio
Innamorarsi
Non è mica colpa di Dio

Accarezzi i capelli
Stringi la mano
Ti sento al mio fianco
Mio cuore bianco

Perdona gli sbagli
Incatena i miei baci
Senza te arranco
Volami addosso. 
#scrivigallu
(la #poesia in #foto è di #Prèvert)
#amore
  • "I buruscio o bruscio o hunza o hunzakut sono una popolazione che vive nelle valli pakistane settentrionali di Hunza, Nagar e Yasin. [...] In questa zona, prevalentemente costituita da musulmani, si parla il burushaski, una lingua non in relazione, a quanto pare, con nessun'altra."
Cazzo, dico.
Come sono finito a parlare del burushaski?
Ho in mente quella frase: se ti senti invisibile racconta delle storie. Le storie non sono mai invisibili.
Punto.
Un pensiero avuto sul palco, durante una lezione di teatro.
Il burushaski. Cosa si può dire in una lingua di cui nessuno ha trovato nessi validi con la storia?
Cos'è? Il Sindarin? La lingua di qualche film? Andiamo.
Dicono che sti tizi campano più di cent'anni.
Sarà che con una lingua che nessuno può tradurre, se non per ipotetico senso, sono costretti davvero a farsi i cazzi loro.
Ma per costrizione non per altro.
Ci si accorda lo strumento del pregiudizio a giudicare gli altri.
Il giudizio.
Beh, qualcuno giudichi a fondo gli affari di cuore piuttosto che dare il pane al gossip e ai giornali scandalistici.
Ma che cazzo è lo scandalo? Cazzo. Come lo traduci "cazzo" in burushaski. Dannati scrittori intrecciati alla sottocultura e al loro influenzare il mio "pensiero poetico".
Poetico.
Sai dirmi qualcosa di poetico, oggi che penso che le parole siano la cosa più inutile che esista?
Leggo @lutilitadellinutile, che mi permetto di taggare, senza permesso, come fosse una testata.
Abbiamo bisogno di questo tipo di maleducazione in questo "mondo artificiale perché nato dall'arte".
Utilità dell'inutile: che cazzo di concetto forte. Rarefatto. Forte. 
Un amico ha discusso con me tutta la sera tra la differenza sottile che divide il relativo dalla criticità di un fatto.
Ho la pelle d'oca a immaginare il discorso in burushaski.
Sai che bello. Un discorso che solo tu e la persona in questione potete tradurre.
Forse sta nel burushaski il segreto della Parola in qualità di senso.
Qualcosa per pochi, cerchi ristrette.
Chissà che senso danno loro ai sentimenti e chissà come li esprimono.
Campano un sacco.
Un sacco.
Che poi cosa avrei da immaginare, che manco so nulla del burushaski?
Spengo la luce.
Forse... dormo.

#scrivigallu

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